L' Elogio della Follia (in latino: Moriae Encomium sive Stultitiae Laus) è un saggio satirico scritto in latino nel 1509 da Erasmo da Rotterdam e pubblicato nel 1511.
L'opera è strutturata come un'orazione in cui la stessa Follia (personificata e chiamata Moria in greco, che significa appunto "follia") si auto-celebra. Inizia descrivendo i suoi benefici per gli uomini, per poi criticare in modo pungente vari aspetti della società e della Chiesa del tempo.
Temi Principali:
L'Autoinganno: La Follia sostiene che l'autoinganno e l'illusione sono essenziali per la felicità umana. Le persone preferiscono vivere in un mondo di fantasia piuttosto che affrontare la dura realtà.
Critica Sociale: Erasmo, attraverso la voce della Follia, critica aspramente la corruzione e l'ipocrisia presente in tutti i livelli della società, dai re ai contadini, dai teologi ai monaci.
Religione e Fede: Pur essendo un umanista cristiano, Erasmo non risparmia critiche alla Chiesa cattolica, mettendo in luce l'ignoranza, la superstizione e la mancanza di vera pietà religiosa.
La Saggezza della Follia: La Follia paradossalmente suggerisce che una certa dose di follia è necessaria per vivere una vita piena e significativa. La vera saggezza, secondo Erasmo, sta nel riconoscere i limiti della ragione e nell'accettare la natura umana, con tutte le sue debolezze e imperfezioni.
Stile:
L'opera è caratterizzata da uno stile brillante e arguto, ricco di ironia e paradossi. Erasmo utilizza la personificazione della Follia per esprimere le sue opinioni in modo più libero e incisivo, senza incorrere in accuse dirette.
Influenza:
L' Elogio della Follia ebbe un'enorme risonanza al suo tempo e contribuì in modo significativo al clima di riforma che portò alla Riforma protestante. Ancora oggi, l'opera è considerata un capolavoro della letteratura umanistica e una critica acuta e penetrante della condizione umana.